Di “Continuous Improvement” (che d’ora in poi chiamerò “CI” per semplicità) si scrive e si discute da oltre 70 anni! Esiste una bibliografia vastissima a proposito, che comprende testi scritti da autorevoli esperti, del passato e del presente, che entrano nel dettaglio di ogni fase di applicazione, descrivendone con esempi concreti le difficoltà ed al tempo stesso i risultati ottenuti.
il contesto economico attuale costringe molte Aziende a prendere decisioni per contrastare l’incremento dei costi (a volte ben poco prevedibile durante la definizione del budget) e per affrontare un mercato in veloce cambiamento. Ciò impone scelte difficili, che riguardano sia il mercato che il prodotto. Rimane, quindi, sempre poco tempo per concentrarsi su progetti, come quelli di CI appunto, che hanno come scopo quello di migliorare i processi interni dell’Azienda stessa, ed ancor meno tempo per capire quanto questi miglioramenti possano ridurre i costi e migliorare la velocità dell’Azienda a rispondere alle esigenze del mercato.
Ma cosa è il “Continuous Improvement”?
Il termine più bello che definisce il CI è il termine giapponese: “kaizen”, che significa: “Cambia in meglio”, “l’atto di migliorare i punti negativi”. Più semplicemente, possiamo dire che:
“Il CI è un metodo per identificare opportunità per snellire il lavoro, migliorare i processi e ridurre gli sprechi”.
È, quindi, una consapevole e deliberata volontà a mettere al centro delle proprie azioni non solo il raggiungimento del risultato, ma anche la volontà di migliorare il proprio approccio ai problemi ed alle soluzioni, per essere sempre più efficienti ed efficaci.
L’ applicazione dei principi di CI permette di lavorare sulla “cultura” di una Azienda, ma non per modificarla, anzi per migliorare tutti quegli aspetti che ne possono rallentare la crescita e la velocità di risposta che spesso il mercato richiede.
Applicare metodologie di CI non significa cancellare il know-how aziendale e crearne uno nuovo. Al contrario vengono utilizzate tutte le conoscenze in campo per cercare, dove è necessario, una soluzione per migliorare i processi esistenti, senza avere la pretesa di scrivere immediatamente la soluzione finale, ma misurando i risultati ottenuti e migliorando la soluzione trovata (Current Best Approach).
Ogni lavoratore dell’Azienda può dare il proprio contributo al miglioramento dei processi aziendali, e l’applicazione del CI permette di incoraggiare tale contributo, evidenziando i risultati ottenuti ed i contributi dei singoli al successo.
Una cosa va detta con sincerità: Applicare il CI è un costo! Non si può negare. Costa un CI manager (quando le dimensioni dell’Azienda lo giustificano), costa il supporto per i primi mesi di applicazione, costano gli addestramenti, costano le ore/settimana del personale da dedicare ad attività di CI, costano le modifiche dei processi (area test, implementazioni IT, nuove attrezzature nei reparti, nuove postazioni PC, etc etc). Sostenere un cambiamento, costa.
Ma il miglioramento continuo e costante dei processi, oltretutto scaturito da idee e soluzioni che arrivano dal personale stesso, porta con certezza ad un miglioramento dei risultati economici.
- Cost savings (utilizzo materiale e velocità processi)
- Riduzione scarti
- Miglioramento efficienza operativa
- Miglioramento della “customer satisfaction”
- Riduzione “Working Capital”
- Miglioramento delle “skills” operative e manageriali
- Miglioramento della qualità del Prodotto
- Riduzione “time to market”
- Coinvolgimento del personale
Se opportunamente condotto, il CI agisce sull’intero Conto Economico, parte alta e parte bassa, con miglioramenti strutturali che renderanno acquisiti i risultati ottenuti, proprio perché agiscono sulla cultura aziendale, sul miglioramento dei processi e sull’ “engagement” del personale.
“Migliorare significa cambiare, essere perfetti significa cambiare spesso!”…. e se è vero che lo disse Sir Winston Churchill, perché non farlo?